José Mou(resc)inho


“Andrebbe preso a bastonate sui denti” - Simpatizzanti sadomaso su Mou che ne testimoniano l'affetto


“Zeru crediti” - Mou mentre seguiva un interrogazione del Dispari

“È uno che non sa perdere” - I suoi amici su Mou


“E' morto” - Nietzsche su Mou


“Una volta lavoravo per lui: lo aiutavo a riordinare dopo le esercitazioni...” - Dio su Mou


“Se ti do uno schiaffo porgi l'altra guancia. Altrimenti anche la stessa, metto io l'altra mano. Sono ambidestro...” - Mou mentre discuteva con un Dispari su una rimessa laterale contestata

“Ma io non sono un pirla” - Mou dopo aver perso la prima volta col Dispari


“Ma io non sono un pirla” - Mou dopo aver perso la seconda volta col Dispari


“Ma io non sono un pirla” - Mou dopo aver perso la terza volta col Dispari


“Ma io non sono un pirla” - Mou dopo aver chiesto ad una matricola di Medicina di uscire


“Non sono l'allenatore più bravo del mondo, ma Nessuno è più bravo di me” - Mou gonfio di Ichnusa




José Paul Zuzzo in arte Mou(resc)inho è un allenatore professionista campidanese (ma con un ottavo di nobiltà lusitano), che nel tempo libero si diletta nel mondo della Biochimica.
Di lui si narrano leggende d'ogni tipo, per lo più corrispondenti al vero. Ma la vera storia del tecnico che ha rivoluzionato la storia del calcio ed unito in connubio indissolubile scienza e calcio è solo qui.




L'INFANZIA


Mou nasce in Palestina in un imprecisato passato, seconda la leggenda in una capanna adorato da pastorelli, ma pare in realtà in un hotel a cinque stelle sorprendo la madre stessa, giacché la gestazione era cominciata da sole 7 settimane.
Mou, già brizzolato ma seccato (poiché l'acqua della Jacuzzi non era già a 32.5°C come aveva lasciato detto), ha subito rescisso il contratto che lo legava ai genitori, dicendo loro: "Non avete l'autorità morale per occuparvi di me".
I genitori provano a rifarsi facendo un secondo figlio, ma con risultati abbastanza scadenti: il bambino nasce in una capanna ed è subito costretto ad emigrare in Egitto. Vive poi un'adolescenza travagliata e, senza mai trovare una compagna, finisce in una band di hippy cappelloni che lo condurranno anche a guai con la giustizia.
In Palestina Mou conosce i primi due membri del suo team Falah ed appunto suo fratello. Ma quest'ultimo non convince Mou ("Avrebbe i numeri, ma ha poco carisma") che dopo pochi anni ne chiede la rescissione del contratto.




GLI ALBORI DI UN MITO


Mou si trasferisce allora ad Oristano dove allena la S.S. Permaflex, giocando anche come terzino. Le sue performance sono degne di nota, e si fa subito notare dagli osservatori per la sua sagacia tattica ed un savoir fair che lo rendono in breve tempo un rinomato tombeur de femmes. Ma in realtà i risultati tardano ad arrivare, ed in 8 anni di militanza Mou raccoglie soltanto una vittoria ed un pareggio (contro qualche centinaio di onorevoli sconfitte, ed un migliaio di sconfitte non onorevoli).
Viene comunque chiamato a far parte della formazione "Biotin I Anno", dove dà prova di ottime doti da rude terzino e giunge al titolo di campione del "I Torneo Consorzio UNO".
Il titolo sarà molto contestato sia perché ottenuto in una finale fantasma vinta a tavolino (gli avversari neppure si presentarono all'appello), sia a causa di presunte irregolarità all'antidoping. Pare che i 4/5 della squadra non avrebbero superato il controllo, ed allora Mou si dovesse presentare ad ogni partita negli spogliatoi con una bottiglia da 1.5 litri di urina da "devolvere" alle analisi.




L'ARRIVO IN CITTADELLA


Mou sbarca allora in Cittadella nel 2001 e da subito si capisce che sarà un predestinato: appena giunto al bar, fissa con tanto carisma lo specchio dietro il bancone, che lo specchio è costretto ad abbassare lo sguardo.
In attesa di una chiamata da una grande squadra, Mou si diletta nei suoi passatempo preferiti: la biochimica, la puericultura, la musica, la tauromachia, la caccia alla volpe nel pantano in Grosseto....
Si distingue in particolare come leader di una band trash metal, che capeggia durante una storica live session nella piazzetta in Cittadella che si trasforma in una specie di Woodstock. Durante quest'evento, strafatto di pesto della mensa e dopo essersi iniettato in vena ettolitri di Ichnusa, Mou strappa di netto la testa a morsi ad una matricola che non sapeva scrivere una costante di equilibrio.
Scontata la relativa pena detentiva a Buoncamino (periodo durante il quale Mou ha una crisi mistica pastafariana che lo porterà per diversi anni a vestirsi esclusivamente da pirata), Mou torna in Cittadella e finalmente ha la grande occasione: viene infatti chiamato come allenatore-giocatore dell'Atletico Sanjust per portare una squadra allo sbando ai vertici del campionato della Biochimica.
In realtà i risultati non arrivano, e l'Atletico Sanjust continua a navigare in pessime acque. Ma il tecnico campidanese continua a farsi notare, al punto che gli arcirivali del Real Floris cercano in ogni modo di rubarlo ai cugini biochimici. Ma l'irreprensibile Mou non cede al profumo del successo, e per meno di 6 milioni all'anno decide di non muoversi dalla panchina monserratina.




LA GRANDE OCCASIONE

Mou decide allora di laurearsi e di trovarsi un lavoro serio.
Ma le opportunità nel mondo della ricerca latitano ed allora viene contattato dal presidente di una grossa società della Cittadella: il Corso Pari.
E' la grossa occasione per il tecnico campidanese che dapprima entra nello staff tecnico col ruolo generico di "Tutor". Durante questo periodo studia la squadra e comincia ad intravederne le potenzialità nascoste ("Ma nascoste bene..." dirà ai giornalisti).
Intanto il Corso Pari miete disfatte come fossero caramelle, ed il loro presidente per non essere da meno fa fuori allenatori come fossero Zigulì: Cuper, Uliverieri, Maione, Heriberto Herrera, Sonetti, Lucescu, Giampaolo, Orrico, Hektor Baboden e Cicciolina si avvicendano sulla panchina più bollente di tutta la Cittadella, col solo risultato di renderla ancora più bollente (specie Cicciolina).
A quel punto, al termine di una tornata elettorale più bulgara delle elezione del presidente del PdL, Mou approda finalmente sulla panchina del Corso Pari.
"La storia cambierà" ha promesso Mou, che -nonostante i primi risultati poco incoraggianti- ha garantito che il Pari "annienterà il Corso Dispari, vincerà la Coppa Rettore, la Mitropa Cup ed il trofeo Birra Moretti. Sbarcheremo poi nelle competizioni europee, vinceremo Champions ed Intercontinentale. Saremo campioni d'Europa, del Mondo e di un terzo Continente a mia scelta".




THE MOU FACTS


Mou schiera un 4-3-3 talmente efficace che riescono ad andare in goal anche i trattini fra i numeri.



Quando conosce una ragazza, Mou non ci prova: Lui ci riesce.


Alla domanda "Chi sarà secondo lei il prossimo Papa?", Mou ha risposto laconicamente: "Non do mai la formazione in anticipo".


Prima e dopo le conferenze stampa di Mou, i giornalisti si fanno il segno della croce.


Mou non va in viale Elmas per paura di incontrare le prostitute intellettuali.


Una volta, quando aveva 33 anni, Mou è morto.


Mou non è brizzolato: ha certi capelli più eleganti di altri.


Mou una volta ha giocato una partita a scacchi contro se stesso, e le ha vinte entrambe.


Dio è morto, Gandhi è morto, Marx è morto, Lenin è morto, e tutti senza aver mai battuto i Dispari.


Piras non si è presentato ubriaco all'allenamento del Venerdì, ha solo bevuto da una borraccia che Mou aveva appena tramutato in vino.


Quando Berlusconi ha detto di essere l'unto del Signore, Mou ha chiesto scusa per avergli stretto la mano dopo aver mangiato le patatine.


Domenica scorsa Mou ha assistito all'Angelus del Papa. Insoddisfatto, si è girato verso Balloi e gli ha detto: "tira giù il tedesco e metti Mognarelli".


Il contratto di Mou con la squadra dei Pari scade il 21/12/2012: dopo Mou ha altri impegni... la fine del mondo.


L'ultima volta che Mou è stato messo in difficoltà da una squadra è stato il 3 ottobre del 1995. A lezione di disegno tecnico.


Come ha fatto Vullo a finirla con l'alcol? Mou lo seguiva in discoteca e gli trasformava il gin tonic in acqua.


Mou una volta è riuscito a spiegare tutti i metabolismi cellulari ad un bambino tedesco di 5 anni. Si chiamava Hans Alfred Krebs.


Mou sa contare alla rovescia da più infinito a meno infinito, soffermandosi ad ogni numero primo.


Secondo un'indagine condotta fra le ragazze più sexy della Cittadella, alla domanda “Ti faresti Mou?” il 33% ha risposto “Sì”, il 34% ha risposto “Certo, come ogni giorno”, ed il restante 34% ha invitato Mou a rivestirsi perché c'era un intervistatore in casa.


Fabebook ha chiesto l'amicizia a Mou, che però ha rifiutato stizzito: “Io non ho amici, solo fedeli”.


Mou odia il 21 settembre del 2002: quel giorno nessun telegiornale ha parlato di lui.


L'entropia prima di aumentare chiede il permesso a Mou.

Mou odia le bestemmie: ma ormai è abituato alle critiche invidiose dei giornalisti.


Contrariamente agli altri allenatori, lo Special Uan manda in campo una squadra composta da dodici giocatori. Tanto sa già che uno lo tradirà.